Teatro Nero di Praga

direzione Jiří Srnec

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Jiří Srnec è stato l’ideatore del Teatro Nero di Praga e ha fondato la compagnia omonima alla fine degli anni ’60, facendola diventare un punto di riferimento per lo sviluppo di questa tecnica teatrale nel resto del mondo. La compagnia del Teatro Nero di Praga è composta da artisti che realizzano sul palco fantasie multicolori che prendono vita; il teatro nero è il teatro dell’illusione, è il teatro che mostra ciò che non esiste. La connotazione coreografica di questo tipo di spettacolo è molto particolare: il palcoscenico è bordato di nero, a rappresentare il nulla, da cui scaturisce magicamente l’idea, il gesto, il movimento. Si vede ciò che si vuol fare credere, mentre si può solo immaginare ciò che veramente è. Grazie alla sua peculiare modalità di fare spettacolo, il Teatro Nero di Praga ha entusiasmato e stupito il pubblico di tutto il mondo, ha partecipato ad oltre 60 festival teatrali ed è abitualmente in tournée attraverso tutti i continenti. 

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Questo spettacolo consiste in una retrospettiva di scene tratte dal repertorio del Teatro Nero di Jiří Srnec, dal 1961 ad oggi, ed è stato ideato al fine di permettere allo spettatore di comprendere appieno le tecniche e le fonti d’ispirazione della compagnia. Gli estratti che compongono “Dreams” provengono  dalle performances di maggiore successo della compagnia che hanno riscosso il favore del pubblico in tutto il mondo come La bicicletta volanteMetafore e La settimana dei sogni. Sul palcoscenico viene presentata una combinazione unica di oggetti che prendono vita insieme agli attori, mimi e ballerini. E’ uno spettacolo pieno di magia, divertente e adatto a tutte le età, acclamato dalla critica e dal pubblico già dal suo debutto al Royal Theatre di Edimburgo.

Programma

LA PICCOLA LAVANDAIA

In un pomeriggio d’estate una giovane donna si dedica alle faccende domestiche stendendo il bucato appena lavato. Poi si allontana dalla scena e i panni stesi sui fili prendono magicamente vita.

IL FOTOGRAFO

Narra la storia di una vecchia macchina fotografica che aiuta le persone a guardare nel profondo del loro cuore. Un giorno un soldato attempato entra nello studio fotografico per farsi immortalare con la sua giovane amata, ma la macchina e il prestante fotografo gli combineranno qualche scherzo…

LA VALIGIA

Questa è la storia di un uomo felice della sua condizione di non possedere nulla, fino al momento in cui vede un altro uomo con una piccola valigia. Questo è l’incipit che origina moti d’invidia, fa nascere il desiderio di sopraffare gli altri, arrivando a un finale senza vincitori.

IL VIOLINISTA

Si tratta di una scena comica in cui un musicista distratto si misura con un voltapagina automatico per gli spartiti. Anche il violino risulterà essere non meno bizzarro del suo proprietario!

Intervallo

IL MAGO

Si tratta della prima scena di “The Week of Dreams”: un carismatico mago incanta il pubblico dimostrando, insieme a una squadra di invisibili attori, tutte le possibilità del Teatro Nero.

I LAMPIONI

Questo pezzo, tratto da “La Bicicletta volante”, narra la storia di un giovane al quale piace bere in quantità un po’ eccessiva… Gli effetti collaterali del vino si fanno ben presto sentire e il giovane viene colto da inaspettate quanto simpatiche allucinazioni.

IL PESCE

Tratto da “The Week of Dreams”, il brano narra la storia di un tassista di Praga, i cui sogni ruotano attorno agli oggetti smarriti sul suo taxi dai clienti. Uno di questi gli paga la corsa donandogli un pesce, che inevitabilmente inizia a popolare i sogni del tassista dando origine a una serie di buffi quanto strani episodi.

IL CAVALLO

E’ una parodia comica del genere western, per sorridere un pochino. Un cameriere si trasforma in cow-boy provetto per salvare dai banditi la donna dei suoi sogni.

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La storia si svolge all’inizio del Novecento e narra di un giovane inventore affascinato dalle ali degli uccelli e ossessionato dall’idea di costruire una bicicletta volante. Dopo molti tentativi e fallimenti, egli finalmente scopre che solo l’amore può sconfiggere la legge di gravità.

La storia

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA: LA STATUA DI CUPIDO

Durante il disvelamento di una statua di Cupido, la figura improvvisamente prende vita e incidentalmente scocca la sua freccia colpendo Daniel, un giovane inventore. La freccia, che solitamente infonde l’amore nella persona colpita, in Daniel invece crea il desiderio di inventare una bicicletta volante.

SCENA SECONDA: IL FILTRO D’AMORE

Cupido, accortosi dell’inefficacia della sua freccia su Daniel, tenta con ogni mezzo di far innamorare il giovane inventore. Finalmente si decide a fargli bere un filtro d’amore, ma neppure questo sortisce alcun effetto su Daniel.

SCENA TERZA: LA FEBBRE DI RENATA

Anche Renata, un’amica di Daniel, beve il filtro d’amore di Cupido. A lei viene la febbre.

SCENA QUARTA: NEL LABORATORIO DELL’INVENTORE

Daniel, ignaro dell’effetto del filtro d’amore su Renata, lavora alacremente al progetto della sua bicicletta.
La madre di Renata ha un amico non più tanto giovane, che vorrebbe destinare alla figlia come marito. Il pretendente corteggia Renata, ma lei è troppo malata per ricevere le sue attenzioni.

SCENA QUINTA: LO SCAMBIO

Cupido, frustrato dalla resistenza di Daniel sia alla sua freccia che al filtro d’amore, vuole fare un ultimo tentativo e propone di scambiarsi con Daniel. Costui infine accetta: Cupido si trasferisce nel corpo di Daniel e viceversa.

INTERVALLO

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA: AL RISTORANTE NEL GIARDINO

L’anziano rivale di Daniel, cioè l’amico della madre di Renata, non ha alcuna chance contro il nuovo Daniel, il quale – rinvigorito dallo spirito di Cupido – è diventato un vero professionista nell’Arte dell’Amore.

SCENA SECONDA: IL VIAGGIO

Il nuovo Daniel è un corteggiatore talmente bravo da far dubitare Renata della sua vera identità.

SCENA TERZA: L’IMPERO DELL’AMORE

Il nuovo Daniel, nel suo nuovo ruolo da Cupido, non può nascondere la sua inesperienza, ma può sempre fare affidamento sulla sua mente inventiva.

SCENA QUARTA: NEL LABORATORIO DELL’INVENTORE

L’anziano rivale usa ogni sorta di trucchetti per ostacolare Daniel e liberarsi di lui, in questo aiutato da Renata che continua a dubitare della vera identità di Daniel.
Proprio nel momento finale, con un tempismo perfetto, Daniel e Cupido si scambiano nuovamente di persona. L’anziano rivale è depistato e Daniel e Renata si innamorano.

SCENA QUINTA: MATRIMONIO NELL’ARIA

L’amore di Daniel per Renata dà le ali alla Bicicletta e la bellezza di lei aggiunge la leggerezza per portare la coppia sulle nuvole.

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Lo splendido libro di James Barrie “Peter Pan e Wendy” festeggia i suoi primi cent’anni; la compagnia del Teatro Nero di Praga di Jiri Srnec celebra questo anniversario riproponendo l’adattamento in forma teatrale di questa famosissima storia .
Peter Pan simboleggia lo spirito dell’eterno fanciullo e  racchiude la fantasia indomita, la freschezza e la spavalderia dell’infanzia, in netta contrapposizione con il Capitan Uncino, chiamato a rappresentare il mondo degli adulti con le sue regole, le sue restrizioni ed il ticchettio inesorabile del tempo, scandito dall’orologio nella pancia del coccodrillo che insegue perennemente il Capitano quasi a titolo di monito.
La storia è universalmente nota: Peter Pan dimentica la sua ombra nella camera da letto dei piccoli Darling; di ritorno per recuperarla,  Peter Pan fa amicizia con la piccola Wendy e i fratellini, insegna loro a volare e li porta con sé sull’Isola che Non C’è (Neverland), un luogo magico ed esotico popolato da fate, pirati, strane creature e dai Bimbi Sperduti, la banda di ragazzini capitanata da Peter.
Dopo un’iniziale euforia generata dalla vita senza regole,  Wendy ed i fratelli iniziano a sentire la nostalgia di casa e meditano di riportare Peter Pan con sé a Londra. I loro piani sono interrotti dal perfido Capitan Uncino, che rapisce  i Bimbi Sperduti; con l’aiuto della fedele fatina Campanellino, Peter Pan riesce a sventare i piani di Capitan Uncino e a liberare i ragazzi.
I tre piccoli Darling fanno ritorno a casa, mentre Peter Pan rimane sull’Isola che Non C’è, senza però dimenticare i suoi piccoli amici. Capita spesso, infatti, che Peter voli fino a Londra per rivedere Wendy ed ascoltare le favole di mamma Darling.
Per lungo tempo la storia di Peter Pan è stata erroneamente considerata come uno dei tanti libri per ragazzi, mentre chiaramente le intenzioni dell’autore volevano produrre un lavoro che toccasse tanto i giovani quanto gli adulti. La performance della compagnia del Teatro Nero di Jiri Srnec riprende fedelmente questa traccia, regalandoci uno spettacolo che parla della crescita e al contempo del desiderio di non crescere; è uno sguardo critico sulla vita degli adulti filtrata dagli occhi di un bambino, e allo stesso tempo è un ricordo nostalgico dell’epoca dell’infanzia ormai perduta.
Peter Pan è un eroe malinconico e romantico, che vive il presente con trasporto e gioia, senza preoccuparsi per il domani. Jiri Srnec riesce brillantemente a trasmettere al pubblico la metafora contenuta nella storia dell’eterno bambino Peter Pan, la fuga in un mondo di sogno per sottrarsi al divenire inesorabile del tempo.